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Crisi: mancanza o consapevolezza?
Il nostro mondo sta cambiando. Il particolare momento storico che stiamo vivendo ci ha portato a ripensare alle nostre priorità e a rivalutare i nostri bisogni.
Il benessere economico ha creato cose meravigliose per tutti, ma è innegabile che ha creato anche una spirale di consumismo.
Ho già espresso un po’ di tempo fa la mia opinione sulla crisi e sono convinta che crisi è anche sinonimo di opportunità.
In questo caso, l’opportunità può essere anche una maggiore consapevolezza.
Maggiore consapevolezza di ciò che consideriamo importante - qualcuno potrebbe dire che non ci sono molte alternative, o mangi o muori dice un proverbio, ma io preferisco pensare che ognuno di noi ha sempre la possibilità di scegliere.
In tutta questa rivalutazione e riconsiderazione di pensieri e di bisogni nasce il discorso sulla valutazione degli sprechi. Quando tutto va bene, magari non ci pensiamo minimamente a spegnere le luci delle stanze quando usciamo, a chiudere l’acqua del rubinetto finchè ci laviamo i denti o a metterci d’accordo per andare al lavoro in 4 colleghi con la stessa auto o a usare la bicicletta anziché l’auto per spostarci; quando tutto va bene buttiamo la cartuccia del toner appena la stampante segna “esaurito”, quando invece sappiamo che basta scuoterla e stamperà minimo altre 200 pagine!
Quando le cose sembrano andare meno bene, invece, ecco rinascere anche la nostra coscienza ecologica: evitare gli eventuali sprechi diventa il nostro obiettivo, ne facciamo quasi il nostro mantra. Qualcuno potrebbe obiettare che non è la nostra coscienza che è maturata ma bensì il pensiero che il nostro portafoglio miseramente vuoto altrimenti non ci farà arrivare a fine mese.. ovviamente, ognuno di noi è responsabile dei propri pensieri e delle proprie azioni, perciò, che sia per un motivo o per l’altro, cominciamo a fare noi ciò che vogliamo vedere fatto nel mondo. Male che vada, la crisi ci ha dato l’opportunità di diventare anche un po’ più ecologisti .
Tuttavia, mi chiedo: non è che questo legittimo “occhio allo spreco” ci può portare involontariamente a essere focalizzati più sulla mancanza che sull’abbondanza?
Se io considero che un maglione non è da buttare dopo 2 mesi ( è uno spreco perchè è praticamente nuovo!) ma che lo posso mettere anche la prossima stagione, il negoziante che vende la maglieria avrà venduto un maglione in meno e perciò si comprerà un paio di scarpe in meno; quello che vende le scarpe non potrà pagare la palestra e sua moglie non si iscriverà al corso di pilates, mentre l’istruttore della palestra non cambierà la bicicletta.
Alla fine ecco come il nostro “non sprecare” ha inevitabilmente condizionato il sistema in una sorta di reazione a catena che riporta alla mancanza e non all’abbondanza.
Voi cosa ne pensate?
Scriveteci la vostra opinione nei commenti o sulla nostra pagina facebook.
Sarà un piacere conoscere le vostre idee e parlarne.
Buona giornata, ciclisti e non. Divertitevi e guidate con prudenza
Laura